La Struttura di una Storia: La Vera Prova

Con la Vera Prova continua la nostra analisi della struttura classica di una storia, ispirata da Il Viaggio dell’Eroe di Christopher Vogler.

Breve premessa: la struttura non va presa come un modello da seguire alla lettera, ma come una base di partenza per la tua storia. Nel tuo romanzo potrai saltare alcuni passaggi, alterarne l’ordine o persino aggiungerne di nuovi. La scelta spetta a te.


Tramite il Passaggio in una nuova realtà, il protagonista ha affrontato le Prime Sfide ed è avanzato Verso la Vera ProvaÈ quindi il momento dell’ultima fase del secondo atto, la Vera Prova. È forse la sfida più importante, quella dalle conseguenze più profonde per quanto riguarda il protagonista.

Attenzione, però: non si tratta necessariamente del confronto finale con il nemico. La Vera Prova, infatti, ha inizio a circa metà della storia e rappresenta, di solito, il secondo climax più alto; il primo è legato allo scontro decisivo nel terzo atto. In alcuni casi, comunque, la Vera Prova può avvenire più avanti, fra la fine del secondo atto e l’inizio del terzo, rallentando così la prima metà della storia per poi renderla più rapida verso la fine.

È una fase carica di emozioni positive e negative. Uno degli elementi fondanti è la morte, sia letterale sia metaforica. In linea generale, il protagonista dovrà affrontare la morte e magari “morire” per poi tornare in vita. Non è detto che sia una morte reale; può infatti rappresentare la fine di un rapporto (con la Guida, con un alleato, con un nemico…) oppure la perdita di vecchie abitudini e vizi o della personalità precedente. In entrambi i casi, alla base c’è sempre un cambiamento, una trasformazione del protagonista che spesso ha come scopo il miglioramento.

La morte può riguardare anche una relazione d’amore, che entra in crisi e raggiunge l’apice dei problemi proprio in questa fase, rischiando di andare in frantumi, oppure che è sul punto d’iniziare ma è frenata da sentimenti opposti come la paura. A un livello più intimo, la morte può essere legata a una riconciliazione interiore: il protagonista trova un equilibrio fra le sue virtù e i suoi difetti e rinasce come individuo completo o comunque più maturo.

La morte del protagonista può anche essere letterale; spesso, però, si tratta di una morte apparente. Egli sembra morire, annientando così la speranza di sconfiggere il nemico, per poi rivelare la propria sopravvivenza e riprendere a lottare.

Il protagonista può comunque evitare l’incontro con la morte. Ciò avviene grazie a un aiuto esterno o interno; nel primo caso si tratta di un alleato oppure di un’arma o uno strumento ricevuto in precedenza, nel secondo dell’esperienza acquisita grazie alle sfide precedenti.

La morte non deve riguardare soltanto il protagonista, però. In alcuni casi egli è testimone della fine di un personaggio importante, come un alleato, o ne è persino l’artefice. La Vera Prova si concentra infatti sul conflitto con una forza avversa (che può essere collegata al nemico del successivo conflitto finale oppure no). Tale forza tende a rappresentare il lato più oscuro del protagonista, le sue paure e i suoi difetti, ed è ciò che va sconfitto affinché egli possa concludere la sua missione. La vittoria può avvenire in vari modi, il più comune dei quali è la morte di un nemico.

Come detto più sopra, di solito è presente un climax più elevato nel terzo atto. Per questo motivo è possibile che il nemico sconfitto in questa fase non sia quello principale, ma un suo sottoposto (o una forza diversa); in alternativa, egli potrebbe rappresentare il più importante nemico esterno al protagonista, ma quello più forte e pericoloso si trova dentro di lui, magari generato o spinto in superficie proprio da questa situazione.

Con il superamento della Vera Prova si conclude il secondo atto.


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