La Struttura di una Storia: Premessa

Secondo Syd Field, considerato un guru della sceneggiatura cinematografica, la struttura di ogni film può essere suddivisa in tre atti. Ciò può essere applicato anche ai romanzi: ne ricaviamo così l’introduzione, lo sviluppo e la conclusione.

In linea di massima, si può dire che l’introduzione e la conclusione occupano il 50% del romanzo (25% per atto); l’altra metà è dedicata allo sviluppo. Ognuna di queste parti ricopre un ruolo determinante nel romanzo e tralasciarne una per dare più risalto alle altre può compromettere la qualità del testo. Un romanzo dallo sviluppo ottimo potrebbe essere compromesso da una conclusione inadeguata e deludente o da un’introduzione lenta e poco azzeccata.

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Struttura, Primo Atto: Introduzione

L’introduzione ha lo scopo di catturare il lettore e immergerlo nel mondo della storia. Deve incuriosirlo e spingerlo ad andare avanti. Non va mai confusa con l’incipit; quest’ultimo indica infatti la prima o le prime frasi del romanzo e costituisce soltanto una piccola parte dell’introduzione. L’incipit ricopre comunque un ruolo di spessore, dato che sono proprio le prime frasi a invogliare il lettore a continuare.

Come è deducibile dal nome, nell’introduzione vanno presentati i personaggi, l’ambientazione e il motore della storia, ovvero ciò che porterà allo sviluppo e, poi, alla conclusione. Per la buona riuscita del romanzo è bene che i personaggi vengano presentati e svelati dalle loro azioni, non da una spiegazione raccontata (ricordiamo le regole dello show, don’t tell); e poiché il mistero stimola la curiosità e le emozioni del lettore, è consigliabile non svelare tutte le carte (e i segreti) dei nostri personaggi.

Struttura, Secondo Atto: Sviluppo

Lo sviluppo riprende dal termine dell’introduzione e si sofferma sulle conseguenze del motore dell’azione, ovvero tutti gli eventi successivi a ciò che ha dato il via alla storia. È costituito da una serie di climax che contribuiscono alla crescita della tensione, nonché della successione di eventi che porterà alla conclusione.

Lo sviluppo ideale prevede momenti di azione alternati ad altri più pacifici e un’espansione delle premesse gettate dall’introduzione. I personaggi vanno esplorati più a fondo; il protagonista si ritroverà, di solito, ad affrontare un viaggio di formazione e crescita. È anche un atto di cambiamenti, novità e perdite; ciò che era nell’introduzione adesso non è più, e viceversa.

Struttura, Terzo Atto: Conclusione

L’ultimo atto è quello della conclusione dove, raggiunto il climax più alto, il protagonista si ritrova ad affrontare l’ostacolo più grande e a vincere o perdere. I problemi della storia ottengono una risoluzione e la tensione si scioglie. I personaggi possono tornare alla vecchia vita oppure possono iniziarne una nuova.

Così come per l’introduzione e l’incipit, anche in questo caso bisogna distinguere fra conclusione e finale; quest’ultimo, infatti, sta a indicare le ultimissime pagine del romanzo, l’ultima scena (di rado due) che chiude la trama. Nel finale il protagonista ha già affrontato l’ultimo ostacolo.

Il finale può essere chiuso se viene data risposta a tutte le domande principali della storia, aperto se rimangono ancora alcuni misteri e con cliffhanger se termina con un colpo di scena o una sequenza comunque inaspettata:

Finale chiuso: il protagonista ha sconfitto il nemico e torna a casa da moglie e figlia.


Finale aperto: il protagonista ha sconfitto il nemico. È indeciso se tornare a casa o iniziare una nuova avventura.


Finale con cliffhanger: il protagonista ha sconfitto il nemico e torna a casa. Quando apre la porta, però, si ritrova davanti il nemico.
 

L’insieme di questi tre atti (introduzione, sviluppo e conclusione) costituisce quindi la trama di un romanzo. Se pensi che qualcosa non va nel tuo manoscritto, prova prima a individuare in quale atto si trova il problema e a quel punto controllare che non si discosti troppo dalla definizione tipica di quello stesso atto.

Nei prossimi articoli parlerò nel dettaglio dei tre atti e dei vari elementi che li compongono, traendo ispirazione da Il Viaggio dell’Eroe di Christopher Vogler.


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