Presentare Prima, Usare Poi

Ci sono regole, come lo show, don’t tell (in italiano mostra, non raccontare) di cui si parla e straparla. Ne esistono altre, invece, di cui non si discute abbastanza. Una di queste si chiama presentare prima, usare poi, nome che ho appena inventato. Non lasciatevi ingannare, però: si tratta di una delle regole più importanti nella scrittura di un romanzo.

La regola è semplice: qualunque oggetto, persona o animale che contribuisce allo sviluppo della storia dev’essere mostrato prima del suo effettivo utilizzo, se è un oggetto, o che compia un’azione, se è una persona o animale. Prima non significa due righe più in alto, ma nemmeno venti capitoli; bisogna trovare il giusto equilibrio affinché il lettore si ricordi ancora di quella possibilità (altrimenti è come se non avessimo rispettato la regola) e nel contempo non la veda come un’introduzione forzata.

Immaginate la seguente scena: il nostro eroe si ritrova a dover fronteggiare un terribile drago dalle scaglie d’argento e l’alito pestilenziale, con la spada ormai distrutta e l’armatura incrinata. È sul punto di soccombere, quando all’improvviso si ricorda dell’amuleto magico regalatogli dal nonno; lo solleva in alto e il drago sparisce!

Tralasciando la banalità della storia, concentriamoci su un dettaglio: l’amuleto. Se, durante il viaggio verso la grotta del drago, il nostro eroe tira l’amuleto fuori dalla tasca e si ricorda delle parole del nonno, ecco che l’oggetto ci viene presentato. Non la migliore delle presentazioni, certo, ma sappiamo che quell’oggetto esiste. Non siamo confusi, quindi, quando l’amuleto viene usato per sconfiggere il drago. Se invece l’eroe usa un amuleto di cui non si è mai parlato prima,  appartenuto a un nonno di cui non si sapeva nemmeno l’esistenza, ecco che crolla la credibilità dell’autore e con lei l’interesse nella storia.

Perché? Perché se in una situazione critica un personaggio tira fuori dal cilindro una soluzione al problema, il lettore si aspetta che possa farlo anche nelle situazioni critiche successive, rompendo quindi la suspense e annullando la voglia di scoprire come se la caveranno i nostri eroi. Ci ritroveremmo di fronte a un Deus Ex Machina, uno dei nemici principali della scrittura moderna.

Ricordiamoci sempre che l’interesse del lettore è direttamente proporzionale alle difficoltà affrontate dal protagonista. Se non rispettiamo questa regola rendiamo vane tutte le difficoltà; se, al contrario, facciamo le dovute introduzioni, ecco che allora avremo costruito una storia che s’incastra come un puzzle e dimostra il profondo lavoro dietro al suo sviluppo.

E voi, cosa ne pensate di Presentare Prima, Usare Poi?


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