Se dovessimo paragonare un romanzo al corpo umano, lo scheletro sostituirebbe la trama, che dà struttura alla storia che vogliamo raccontare; i muscoli corrisponderebbero ai dialoghi e alle azioni, che muovono la trama in varie direzioni; la pelle rappresenterebbe lo stile, la superficie tramite la quale si mostra la nostra storia. Che ruolo ha in tutto questo il ritmo narrativo? Esso costituisce l’apparato circolatorio che scandisce il tempo del racconto tramite i suoi battiti.
Lo scopo del ritmo narrativo è infatti quello di regolare la velocità della storia, accelerandola o rallentandola; inoltre, un ritmo narrativo ben studiato impedisce alla storia di diventare troppo noiosa o, al contrario, troppo confusa. In questo articolo spiegherò come sfruttare al meglio questa incredibile tecnica.
L’Armonia del Ritmo Narrativo
Il ritmo narrativo si manifesta su vari livelli e può influenzare singole frasi, lunghi paragrafi o interi capitoli. La sua caratteristica più affascinante è che raggiunge la sua massima efficacia quando coincide con le emozioni che vogliamo trasmettere; per scoprire se è stato utilizzato nel modo corretto bisogna quindi controllare l’armonia del testo.
Quando un testo è armonico? Quando è privo di monotonia, di suoni ripetitivi, di cadenze e intonazioni sempre uguali; in breve, quando leggerlo non infastidisce il lettore. La punteggiatura ha un ruolo chiave nel dare ritmo alla narrazione e creare armonia. Ecco due esempi per capire meglio cosa intendo:
Questa è solo una frase. Una frase di cinque parole. Cinque parole per ogni frase. Si ripete allo stesso modo. Non ci sono mai variazioni. Ha sempre la stessa cadenza. Ci sono sempre cinque parole. Il ritmo non cambia mai.
In questo esempio il ritmo è piatto e non subisce variazioni. L’assenza di armonia è più evidente se letto ad alta voce: il testo provoca fastidio e suona ripetitivo, assomiglia a un testo burocratico letto con poco interesse. Proviamo adesso con un altro esempio:
È necessario dare armonia al testo. Si comincia con frasi brevi. Incisive. Che attirino l’attenzione. Poi ci si rilassa, creando periodi più complessi e più lunghi, aiutandoci con le virgole a rallentare l’azione. Si torna a correre. Frasi brevissime. Per creare suspense. Di nuovo una pausa, un momento per riposare prima di continuare.
In questo secondo esempio, invece, il testo ha acquisito una maggiore armonia; segue un ritmo narrativo che dilata o accorcia i tempi del racconto, crea pause o le elimina, ci rilassa oppure ci sprona a correre. Stimola le nostre emozioni.
Rallentare il Ritmo Narrativo
La punteggiatura non è l’unico metodo per manipolare il ritmo della nostra storia; anche il tipo di scene presenti e il contenuto con cui le riempiamo può influenzare la sua velocità. Ecco come rallentare il ritmo narrativo:
- DESCRIZIONI: descrivere i personaggi e le ambientazioni e soffermarsi sui loro dettagli contribuisce al rallentamento del ritmo. Il problema è che sfruttare in modo eccessivo le descrizioni per rallentare il ritmo può annoiare il lettore; per questo motivo è meglio rendere attive molte descrizioni: invece di scrivere “nella stanza di Agnese ci sono un letto sfatto, poster alle pareti e un’unica finestra”, meglio scrivere: “Agnese spalanca la finestra per far entrare un po’ d’aria, poi si getta sul letto sfatto. Il vento scuote i poster alle pareti, scollandone uno”.
- DIGRESSIONI: aggiungere digressioni serve a distogliere l’attenzione dall’argomento principale, rallentando il ritmo. Bisogna fare attenzione, però, a evitare digressioni prolisse e superflue per la narrazione.
- FLASHBACK: come le digressioni, anche i flashback rallentano il ritmo narrativo. Gestire dei buoni flashback è molto difficile ed è meglio usarli il meno possibile.
- INTROSPEZIONE: i pensieri dei personaggi, diretti o indiretti, aiutano a rallentare la narrazione, creando delle pause fra le azioni o i dialoghi. Anche in questo caso è bene essere concisi e spezzettare le varie riflessioni lungo il testo invece di creare blocchi unici.
Velocizzare il Ritmo Narrativo
Allo stesso modo, per velocizzare il ritmo narrativo esistono diversi metodi. Eccone alcuni:
- AZIONE: le scene d’azione tendono a velocizzare il ritmo, soprattutto se costituite da frasi brevi. Sono molto utili nelle scene cariche di suspense, nelle quali il protagonista o i suoi alleati rischiano la vita oppure si è a un passo da risolvere un mistero; risultano invece poco adatte a momenti di rilassatezza in cui vogliamo trasmettere calma e tranquillità al lettore.
- SALTI TEMPORALI: evitare di raccontare nel dettaglio le ore, i giorni o persino gli anni che passano fra due momenti cruciali del nostro racconto contribuisce a donargli maggiore velocità. Un uso eccessivo, però, rischia di compromettere la chiarezza del testo.
- SUSPENSE: già introdotta nel paragrafo dedicato all’azione, la suspense può essere inserita nel nostro racconto anche in modo indipendente. La sua presenza spinge il lettore a preoccuparsi per il protagonista, accelera i battiti del suo cuore e fa lo stesso con il ritmo narrativo. La suspense deve essere dosata con cura: se si protrae per poco tempo non ha alcun effetto, se per troppo perde la sua efficacia.
Questi sono alcuni consigli per controllare e influenzare il ritmo narrativo. Dare armonia permette di trasmettere determinate emozioni ai lettori e aiutarli a immergersi nel racconto, nonché a provare empatia nei confronti del protagonista.
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Altro articolo molto utile e assolutamente ben articolato, con esempi che aiutano a capire meglio la questione riguardante il ritmo narrativo e, soprattutto, la sua importanza.
Dieci e lode!