Una delle caratteristiche principali del protagonista del romanzo di successo è il suo ruolo attivo. Viceversa, il protagonista tipico dei romanzi scartati dalle case editrici ha un ruolo passivo. Qual è la differenza, e perché il secondo caso può essere un problema?
Un protagonista attivo è un personaggio che prende decisioni. È lui a mettere in moto gli eventi, sono le sue scelte a portare avanti la trama, nel bene o nel male. Un protagonista passivo, invece, si lascia trascinare dagli eventi, subisce ed è vittima della storia. È anche noioso e non prende alcun rischio.
Non basta reagire ai problemi e contrattaccare per definire un protagonista attivo. Anzi, la reazione è tipica del ruolo passivo; la causa è invece l’espressione massima del ruolo attivo. Immagina il protagonista come un poliziotto che deve trovare un assassino. Se il poliziotto non fa nulla per trovarlo, ma sono sempre le azioni dell’assassino a spingerlo verso la risoluzione del caso, allora ci troviamo di fronte a un protagonista passivo. Se il poliziotto è innamorato di una donna, ed è sempre quest’ultima a compiere azioni che li avvicinano o li allontanano, siamo ancora di fronte a un protagonista passivo.
Dopo aver definito la differenza, passiamo al problema del protagonista passivo. Partiamo da un presupposto: tutti i protagonisti, prima o poi, assumono questo ruolo. È fondamentale, però, che tale ruolo sia temporaneo e che a primeggiare sia il ruolo attivo.
Ed ecco sorgere il problema: il lettore medio tende a identificarsi con il protagonista di un romanzo e, nel contempo, a vedere in lui/lei un modello da seguire, una versione migliore di sé, in generale o per determinate caratteristiche. Chi di noi, allora, vorrebbe identificarsi con un personaggio passivo, incapace di prendere una decisione e sempre vittima degli eventi?
Al lettore non piace. Non prova alcuna empatia nei suoi confronti; non ne merita, visto che non fa nulla per cambiare le cose e risolvere la trama. E se il lettore non prova empatia, non prova alcuna emozione; non si preoccupa per lui, non ha ansia quand’è in pericolo, non tira un sospiro di sollievo se riesce a salvarsi, non è felice se ottiene un lieto fine.
Per questo motivo è fondamentale utilizzare un protagonista attivo, in grado di correre rischi di sua volontà e, quindi, di intrattenere e incuriosire il lettore.
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